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Nominato il nuovo Primo Ministro: Le priorità del governo di Liz Truss

Liz Truss ha recentemente battuto l'ex cancelliere Rishi Sunak in un ballottaggio tra i membri del Partito Conservatore e ora succede a Boris Johnson come primo ministro del Regno Unito, dopo la nomina formale da parte della Regina Elisabetta martedì 6.o Settembre.

Durante il suo primo discorso fuori dal numero 10 di Downing Street, la premier ha indicato tre priorità per il suo governo:

  • Far crescere l'economia attraverso tagli e riforme fiscali;
  • Affrontare la crisi energetica;
  • Garantire che il Servizio sanitario nazionale soddisfi le esigenze della popolazione.

L'agenda economica di Truss prevede quindi diverse misure per rilanciare l'economia attualmente in stallo e aiutare i cittadini a far fronte all'aumento del costo della vita.

La priorità è quella di affrettare i tagli fiscali, stimati in 30 miliardi di sterline, principalmente attraverso le seguenti azioni:

  • Invertire il recente aumento dell'assicurazione nazionale;
  • Annullamento del previsto aumento dell'imposta sulle società da 19% a 23%.

Per quanto riguarda la crisi energetica, si prevede che il Primo Ministro rivelerà i piani per limitare le bollette energetiche annuali a circa 2.500 sterline, considerando anche un'ulteriore elargizione universale di 400 sterline da distribuire alle famiglie in autunno.

Per finanziare il blocco, le opzioni apparentemente discusse includevano la concessione di prestiti garantiti dal governo ai fornitori di energia, che avrebbero potuto poi essere rimborsati attraverso un prelievo supplementare sulle bollette degli utenti una volta terminata la crisi.

Si ritiene che il governo stia valutando la possibilità di contrarre ulteriori prestiti pubblici, per un totale di 90 miliardi di sterline, e di assorbire i costi significativi nella fiscalità generale.

Sebbene Truss abbia dichiarato che le sue iniziative sarebbero state pagate principalmente attraverso il differimento del rimborso dei debiti legati a Covid, c'è ancora un diffuso scetticismo intorno a queste misure, poiché la necessità di prendere in prestito somme significative a tassi possibilmente elevati comporterebbe un ulteriore costo per l'economia già stagnante.

Maja Tamiazzo

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