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Italiani nel mirino del fisco inglese: multe elevate per redditi esteri non dichiarati

Da qualche anno HMRC, l’agenzia delle entrate inglesi, ha messo nel mirino gli italiani residenti in UK con altri redditi fuori dal Regno Unito.

Sono stati migliaia gli italiani che hanno ricevuto una comunicazione da parte di HMRC in cui venivano informati che quest’ultima fosse in possesso di informazioni secondo le quali la persona in questione avesse percepito o continuasse a percepire redditi o guadagni esteri, sui quali fosse tenuta a pagare tasse in Regno Unito.

Nella maggior parte dei casi, coloro che hanno ricevuto la cosiddetta “nudge letter”, che tradotto letteralmente significa lettera di spinta (ndr a dichiarare), sono italiani residenti nel Regno Unito, proprietari di un immobile in Italia, regolarmente affittato e su cui pagano le tasse attraverso la dichiarazione dei redditi italiana.

Tuttavia, l’aver dichiarato i redditi nel paese in cui si percepiscono altri redditi non basta: le leggi del Regno Unito prevedono infatti che chiunque risieda sul suolo britannico debba dichiarare qualsiasi reddito percepito a livello globale.

Nella comunicazione viene fatta menzione della cosiddetta “Worldwide Disclosure Facility”, ossia una procedura telematica con cui il cittadino italiano residente in Regno Unito sia’ tenuto a dichiarare i propri redditi esteri. I redditi non saranno tassati due volte: infatti, secondo il trattato contro la doppia imposizione tra Italia e Regno Unito, le tasse applicate e versate in Italia, possono essere portate in deduzione nella dichiarazione dei redditi nel Regno Unito, così da evitare che le tasse già versate vengano pagate due volte.

Il controllo dei redditi esteri dei propri residenti è soltanto l’inizio del processo di cooperazione tra banche e paesi a cui stiamo assistendo negli ultimi anni.

Le banche, che in passato erano restie a fornire informazioni relative ai propri clienti alle varie nazioni, oggi, per via della normativa CRS (Common Reporting Standard) dell’OCSE (l’organismo internazionale che riunisce tutti i paesi sviluppati) hanno l’obbligo di fornire al fisco dello stato in cui il cittadino risiede i suoi dati bancari

In questo caso, un italiano residente in Regno Unito, che percepisce sul conto bancario italiano redditi derivanti dall’affitto di un immobile in Italia, ha con molta probabilità ricevuto una “nudge letter” da HMRC ed è perciò tenuto a dichiarare i propri redditi esteri non solo in Italia, ma anche nel proprio “Tax return” in Regno Unito.

Al ricevimento della lettera, si hanno a disposizione 90 giorni per poter rispondere, scegliendo il metodo con cui voler dichiarare i redditi in precedenza non dichiarati.

Data la complessità della procedura e la facilità con cui si può incorrere in errori di calcolo, è consigliato avvalersi di un commercialista per poter espletare i propri obblighi fiscali. Le tempistiche di invio e di ricezione di una risposta ad HMRC tramite la Worldwide Disclosure Facilty sono abbastanza lunghe: si va dai 90 ai 180 giorni totali, perciò è consigliato agire per tempo.  

 

Autore

Domenico Santomasi

Foto di Mark Tegethoff su Unsplash

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