La Brexit non sarà una "catastrofe" per la City, secondo un ex banchiere francese incaricato dal governo francese di convincere le banche a trasferirsi a Parigi.
Le società finanziarie hanno avvertito che dovranno trasferire migliaia di posti di lavoro in città dell'Unione Europea dopo l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea il prossimo anno.
Christian Noyer, ex governatore della Banca di Francia, ha dichiarato alla BBC che le preoccupazioni per l'impatto della Brexit sulla City sono state esagerate.
Noyer è stato assunto nel 2016 dal governo francese per difendere gli interessi finanziari del Paese nei negoziati sulla Brexit.
Ha dichiarato al programma Today della BBC Radio Four: "Vent'anni fa Londra era già il primo centro finanziario e Parigi era molto più importante.
"Molte banche avevano concentrato le loro forze a Londra e prima avevano decine o talvolta centinaia di dipendenti a Parigi.
"Quindi, se si torna al punto in cui eravamo 20 anni fa, non è una catastrofe per la città".
I commenti sono stati accolti con favore da Lord Llewellyn, ambasciatore britannico in Francia, che ha affermato che è nell'interesse di entrambi i Paesi trovare un buon accordo sulla Brexit.
Noyer ha diretto la Banca di Francia dal 2003 al 2015.
Ha tenuto centinaia di incontri con banchieri a Londra, New York e altrove per promuovere gli affari della capitale finanziaria francese.
All'inizio della settimana la Deutsche Bank ha dichiarato di aspettarsi un numero di dipendenti di gran lunga inferiore a quello previsto per trasferirsi da Londra al continente in seguito all'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea.
Un alto funzionario della Deutsche Bank ha dichiarato l'anno scorso che potrebbero essere colpiti fino a 4.000 posti di lavoro.
Tuttavia Stefan Hoops, responsabile della divisione mercati dei capitali della Deutsche Bank in Germania, ha dichiarato ai giornalisti: "Non saranno migliaia i trasferimenti da Londra, ma piuttosto centinaia".
Pur avendo la sede centrale a Francoforte, Deutsche Bank ha un'ampia attività in Gran Bretagna, dove risiedono 8.600 dipendenti.
Articolo tratto da "The Telegraph
