Negli ultimi anni le stime di crescita dell'economia britannica sono state continuamente riviste al ribasso. La Brexit ha giocato il ruolo principale in questo contesto economicamente deprimente, portando incertezza e instabilità nel Regno Unito. A destare le maggiori preoccupazioni sono stati gli accordi che dovranno essere presi con l'Unione Europea.
Lo scenario peggiore è stato previsto dall'esclusiva di BuzzFeedNews, che ha avuto accesso a documenti riservati sulla Brexit, secondo cui gli esiti di un'uscita dall'Europa saranno negativi e colpiranno ogni settore.
Il documento ha valutato i tre scenari più plausibili sulle future relazioni tra il Regno Unito e l'UE. Con un accordo di libero scambio, come quello evocato dalla May nel suo discorso a Firenze, la crescita britannica sarebbe inferiore di 5% nei prossimi 15 anni rispetto alle previsioni attuali. In caso di mancato accordo sulla Brexit, con il Regno Unito costretto a rispettare le regole dell'Organizzazione mondiale del commercio, la crescita britannica sarebbe inferiore di 8% nello stesso periodo. Se il Regno Unito dovesse mantenere l'accesso al mercato interno dell'UE, nel lungo periodo la crescita sarebbe comunque inferiore di 2% rispetto alla piena adesione all'UE. Questi calcoli non tengono conto dei costi a breve termine derivanti dall'uscita dall'Unione Europea.
Nonostante le previsioni di cui sopra, nonostante la Brexit e qualsiasi avversità economica, la Gran Bretagna continua a crescere.
Secondo il nuovo rapporto dell'Istituto Nazionale di Ricerca Economica e Sociale, la crescita del PIL nel Regno Unito sarà superiore al previsto, grazie alla ripresa sincronizzata delle economie mondiali e alla debolezza della sterlina.
Come ha spiegato Jagjit Chadha, direttore di Niesr: "Questi due fattori hanno contribuito a riequilibrare l'economia britannica, che ora dipende meno dalla domanda interna, è diventata più orientata al commercio e continuerà a farlo nei prossimi due anni". Il contributo che la ripresa globale ha dato alla Gran Bretagna è stato decisivo. Infatti, la mancanza di consumi dovuta all'incertezza legata alla Brexit e il calo del reddito disponibile sono stati più che compensati dal rilancio del commercio".
"Proprio quando abbiamo deciso di cambiare rotta con la Brexit, il resto del mondo ci ha dato una mano - dice Chadha-. La crescita dell'economia britannica l'anno scorso e quest'anno è stata sostenuta da una crescita globale superiore alle aspettative - nel 2018 probabilmente raggiungerà il 4%".
Il NIESR prevede ora che il PIL britannico crescerà di quasi 2% nel 2018 e 2019. Senza la ripresa dell'economia globale, al di là delle previsioni, l'anno scorso la crescita britannica sarebbe stata di 1,2% invece che di 1,8%. L'inflazione non è un problema perché ha raggiunto il picco di 3% alla fine del 2017 e continuerà a diminuire quest'anno fino a raggiungere il tasso concordato di 2% nel 2021.
Queste previsioni ottimistiche sull'economia britannica sono dovute anche all'accordo tra il governo di Theresa May e l'Unione Europea dello scorso dicembre, che ha sbloccato i negoziati sulla Brexit e "ha ridotto l'incertezza che gravava sulle aziende frenando gli investimenti", secondo Chadha.
Anche il NIESR è ottimista sull'esito finale dei negoziati tra Londra e Bruxelles, nonostante le tensioni di questi giorni e la decisione del primo ministro Theresa May di placare i sostenitori della Brexit nel suo partito dichiarando che la Gran Bretagna non rimarrà nell'unione doganale e imporrà restrizioni ai cittadini dell'UE dopo il 2019.
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